A Lucca arrivano i Macchiaioli: una collezione privata di circa sessanta, piccoli, capolavori è esposta nella Sala dell’affresco del complesso di San Micheletto, sede della Fondazione Ragghianti.
Si tratta della mostra “Arte tra due secoli. Opere della Collezione Vincenzo Giustiniani 1875-1920″, curata da Paolo Bolpagni e Andrea Salani.
Per la salvezza dell’arte esistono ancora, per fortuna, gli appassionati cultori della materia, dotati di grande sensibilità, che decidono di donare parte di una raccolta di opere di famiglia appartenute, in questo caso al nonno.
Mi riferisco alla baronessa Diamantina Scola Camerini che ha deciso di donare una sessantina di opere dei Macchiaioli appartenute al nonno Vincenzo Giustiniani.
La raccolta è stata donata donata alla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca ed è una sorta di primo assaggio della collezione di proprietà dello stesso Ente che troverà collocazione nella Fondazione Centro delle Arti, un nuovo polo espositivo a vocazione internazionale.
I Macchiaioli di Vincenzo Giustiniani a Lucca
Il percorso, curato da Lucia Maffei, ci conduce alla scoperta del fare più puro e semplice dei Macchiaioli Toscani.
Il primo approccio che si ha con la collezione è quello di una raffinata eleganza.
Più guardi le opere esposte, più ti viene voglia di dire più sono piccole e più sono belle!
Fattori, Signorini, Boldini, Lega, Borrani, Ghiglia, Nomellini: tutti presenti con opere di piccolo formato che ci portano all’essenza della qualità della pittura dei Macchiaioli Toscani.
Opere della Collezione Giustiniani, dicevo.
Cerchiamo di conoscere qualcosa di quest’uomo amante dell’arte, mecenate, collezionista, ferrarese di nascita, toscano di adozione.
Giustiniani approda in Toscana, a Forci sulle colline lucchesi, nel 1917, dove acquista la trecentesca Tenuta di Forci dove realizza un cenacolo d’arte e raccoglie, negli ultimi trent’anni della sua vita, oltre centottanta dipinti dei Macchiaioli.
Non raccoglie solo le opere di questi straordinari artisti, ma alcuni li conosce anche e si riscopre pittore lui stesso, come ci mostra il dipinto Contadina che rimesta l’uva nel tino:
la donna, intenta a rimestare l’uva occupa la diagonale del dipinto; con il movimento rotatorio delle braccia ci conduce al centro del dipinto dove, in basso, campeggia il tino da cui si intravvede il succo d’uva.
Un momento di vita quotidiana, di vita vissuta, dato che sappiamo che Giustiniani stesso era un appassionato anche di agricoltura, artigianato, ed anche abile cacciatore.
La pennellata è liquida e i colori si fondono insieme a rendere il panneggio del grembiule e lo stacco luce e ombra nel viso della donna.
I macchiaioli di Giustiniani: la particolarità della collezione
Di mostre di questi artisti ne ho viste tante, ma questa conduce proprio all’essenza del fare pittorico dei toscani: una pittura minuta, semplice, cristallina, tessere di un mosaico che si incastrano fra loro fino a perdere la chiarezza dei particolari.
E’ questo quello che mi ha colpito di più.
Qui si vede la pennellata pura, materica, dei fondatori della Macchia.
I temi sono quelli soliti: la vita dei campi, il mare, le pasture, la vita quotidiana.
Un momento di quotidianità lo regala il Ritratto di Leopolda Banti alla spinetta di Boldini, opera in cui il Ferrarese ritrae la moglie dell’amico e mecenate Cristiano Banti mentre si accinge a suonare la spinetta, antico strumento da camera a tastiera.
La pennellata di Boldini è inconfondibile: l’artista squarcia la tela con delle pennellate vigorose che ci fanno percepire la verve con cui la donna sta suonando lo strumento: ne percepiamo quasi le note che vibranti nell’aria.
Silvestro Lega ci regala attimi di stupore col piccolo olio Porticciola rossa: una pennellata molto più liquida, meno materica, realizza quest’altro squarcio di vita quotidiana.
Cosa c’è dietro quella porta? L’artista non ce lo rivela, lascia a noi immaginare la scena.
La pittura di Lega, così calma e posata riesce a costruire attimi di vita vissuta che sono fermi, inchiodati in un tempo eterno, che non passa mai.
Lega ama la quotidianità fatta di piccole cose.
Osservando il corpus delle sue opere, riusciamo veramente a ricostruire una giornata dell’Ottocento (ne parlo nel mio articolo Una giornata con Silvestro Lega).
Fattori e Signorini
Nella collezione non mancano opere dei due esponenti di spicco del movimento: Fattori e Signorini.
Signorini è presente con una Barca sull’Arno: bellissimo il riflesso dell’imbarcazione sull’acqua del fiume mentre sulla riva, i personaggi, sono appena definiti da semplici macchie di colore.
In una collezione dei Macchiaioli non può mancare Fattori con i temi a lui più cari: i soldati e le barche come vediamo, per esempio in Cavalleggero ferito e Barche da pesca alla fonda:
pennellate veloci tratteggiano la strada, definita da un terreno brullo che si perde in lontananza, dove il cavalleggero in sella al suo cavallo piega il capo in avanti a seguito della ferita: l’artista riesce a regalarci attimi che ci riportano a vivere la violenza e il dolore delle guerre di Indipendenza.
In barche da pesca alla fonda, il padre dei Macchiaioli divide il dipinto esattamente a metà: in alto un cielo cosparso di nuvole si incontra all’orizzonte con l’azzurro del mare.
Una linea retta che si rompe mano a mano che ci avviciniamo nel primo piano dove veloci pennellate tratteggiano le onde di un mare mosso su cui insistono le imbarcazioni.
La maestri di Fattori nel rendere il movimento, pur con la sintesi pittorica, è straordinaria.
Oltre i Macchiaioli
In mostra sono presenti anche un intero lotto di paesaggi dipinti da Plinio Nomellini acquistato all’incanto nel 1919 in cui si evidenzia la bravura di quest’ artista nella resa di piccoli paesaggi, tratteggiati con minute pennellate.
Da segnalare anche il rapporto con Galileo Chini, esponente della pittura Liberty, di cui sono presenti in mostra vasi in ceramica prodotti dalla manifattura fiorentina Arte della Ceramica Fontebuoni, fondata da Chini nel 1886 e attiva fino al 1910.
Giustiniani vi subentrò nel 1902 in qualità di socio finanziatore contribuendo a far conoscere il gusto Art Nouveau alla sua città natale: Ferrara.
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