La Rotonda di Palmieri è una delle opere più famose di Fattori, il dipinto da lui più amato. Approfondiamo la sua storia.

La tavoletta, dalle misure veramente esigue 12 cm x 15, viene eseguita nel 1866 a Livorno e rappresenta la prima moglie Settimia Vannucci, intenta a chiacchierare amabilmente insieme alle amiche in quella che un tempo era la Rotonda dei Bagni Palmieri.

Storia

La storia della Rotonda Palmieri inizia a partire dal 1840.

 I primi Bagni a sorgere tra il Lago Bellavista e l’Ardenza sono stati gli Acquaviva, chiamati così per la bellezza dell’acqua che lambiva questo tratto di costa livornese.

I Bagni Acquaviva in una foto d’Epoca
La rotonda: i Bagni Acquaviva in una foto d'epoca

 Ricordati come i primi Bagni in muratura sorti in Italia, sono stati costruiti da Giuseppe Santi Palmieri al quale si deve anche la costruzione della famosa Rotonda, creata proprio per far respirare l’aria di mare e che, fino all’ultima guerra, primeggiava a Livorno per essere quella spinta più avanti nel mare grazie ad un braccio stretto e lungo di banchina.

La Rotonda in una foto d'epoca
La famosa Rotonda

Amati dall’elite dell’epoca, frequentati anche da scrittori come Carducci che così si espresse: Qui è un gran bello stare.

Nel 1846, poco distanti dagli Acquaviva sorgono i Bagni Pancaldi, costruiti da Vincenzo Pancaldi sulla punta estrema dell’antica Cala dei Cavalleggeri, punto in cui il Granduca Leopoldo II di Lorena si fa costruire un baldacchino in ferro per i bagni estivi.

Nel 1870 i Pancaldi ottengono il titolo di Bagni Regi per le frequenti visite del Principe Amedeo di Savoia e della consorte Maria Vittoria, diventando un ambiente esclusivo e raffinato, descritto nelle riviste dell’epoca come stabilimento balneare di prim’ordine.

La Rotonda, oggi al suo posto ci sono i Bagni Palcaldi
I Bagni Pancaldi oggi

Fattori e Settimia Vannucci

Fattori e Settimia si conoscono dal 1854, un amore contrastato soprattutto dalla famiglia di Lei tanto che, per sposarsi, progettano una fuga senza però andare a vivere insieme.

Nel 1860 si sposano, con una cerimonia semplice ed intima, senza sfarzi e senza invitati come racconta l’artista.

Purtroppo nel 1861 Settimia si ammala di Tisi; in seguito alla malattia i due si trasferiscono a Livorno, sperando che l’aria di mare possa giovare alla salute cagionevole della giovane moglie: per questo motivo la donna, insieme alle amiche, si recava spesso alla Rotonda, per respirare l’aria di mare sperando in una guarigione o, quanto meno, in un sollievo dalla malattia.

Ritratto della prima moglie

Che la tisi consumasse Settimia dal profondo lo mostra il ritratto che Fattori le fece nel 1865 ca.

Sono gli anni in cui l’artista si dedica a rappresentare i familiari in splendidi ed innovativi, per l’epoca, ritratti.

Nel Ritratto della Prima moglie l’immagine di Settimia, seduta in poltrona, si staglia contro la tappezzeria rosso-arancio della parete di fondo.

G. Fattori, Ritratto della Prima moglie, 1865 ca. Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna

Fattori, che in quegli anni cerca di coniugare la solidità della forma con l’analisi psicologica dell’effigiato, si concentra sul volto della moglie e mette in evidenza tutti i segni della malattia: gli occhi cerchiati da occhiaie, il volto tirato, quegli occhi profondi resi vivi da un tocco di luce nelle pupille, cifra stilistica anche di ritratti del pittore, Fattori non nasconde la sofferenza della moglie.

L’abito troppo grande, forse prestato dalla cognata Carlotta Scali (osservate il Ritratto della cognata Carlotta Scali l’abito è praticamente identico) moglie di Rinaldo  fratello di Fattori, presso cui i due andarono a vivere, dal 1863, proprio perché Carlotta abitava vicino ai Bagni Pancaldi ove si trovava la famosa Rotonda.

La Rotonda: Carlotta Scali abitava vicino alla Rotonda Palmieri
G. Fattori, Ritratto della cognata Carlotta Scali, 1865 ca. Collezione privata

Un abito largo che nasconde un corpo consumato dalla malattia, come le mani ossute ci stanno a testimoniare.

La Rotonda di Palmieri

Sono anni di estrema sofferenza per Fattori, ma nello stesso tempo anni in cui l’artista crea opere straordinarie concentrate nella campagna livornese o sulla costa del romito.

Anni in cui sperimenta in pieno la tecnica della macchia in tavolette lunghe e strette che ricordano le predelle dei maestri del Quattrocento con un’intensità di forza espressiva che ricorda Beato Angelico.

Come in questa piccola tavoletta: 12 x 35 cm, misure veramente esigue; vederla dal vero suscita una grande emozione, un’opera in cui Fattori è riuscito a ricreare uno spaccato di realtà.

Con una pennellata condotta come se fosse un mosaico, l’artista rappresenta Settimia seduta insieme a delle amiche, intenta a respirare l’aria di mare.

Le donne chiacchierano amabilmente.

La Rotonda: La Rotonda di Palmieri la famosa tavoletta di Fattori
La Rotonda di Palmieri, 1866. Firenze Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti

Una tavoletta dalle misure esigue eppure attentamente studiata.

La genesi del dipinto

Come per tutte le opere di Fattori, gli studi preparatori sono testimoniati da un Taccuino che l’artista porta sempre con sé, in cui schizza il tendone, le figure, i particolari dei pali che sostengono la tenda, studia le proporzioni e la disposizione delle figure.

Ne nasce una pittura lenta, meditatissima, calibrata: tutte le opere dei Macchiaioli sono ricreate all’interno dell’ atelier, dopo la prima fase in cui i bozzetti servono per studiare la composizione.

Il dipinto è eseguito con porzioni di colore accostate fra di loro fino a costruire l’immagine.

Non scorgiamo i particolari, è una perfetta sintesi di forma-colore.

La pennellata diventa come la tessera di un mosaico, con linee parallele che si intersecano fra di loro.

Sono infatti le stesure parallele del colore che costruiscono il paesaggio e donano profondità all’immagine.

Dentro l’opera

In primo piano, l’ombra del tendone occupa tutta la prima parte della composizione.

Dalla donna seduta al centro, inizia la diagonale delle amiche che sale verso sinistra e che conduce il nostro occhio fino alla donna vestita di bianco con l’elegante mantellina.

La Rotonda, part.

Sulla destra, la coppia costituita da Settimia, in prima fila, con lo scialle rosso, e l’amica di spalle.

La rotonda particolare
La Rotonda part.

La linea curva, quasi al centro della composizione, definisce lo squarcio di luce del sole; su di essa insiste l’ombra netta del palo sulla destra e, quindi, il mare e la costa che degrada con un movimento discendente da sinistra verso destra.

Un’altra linea parallela definisce il cielo quindi, nella parte superiore. L’ocra del tendone serra la composizione in alto.

Un perfetto incastro geometrico costruisce quindi la scena ma, nonostante quest’estrema sintesi, riusciamo a percepire il calore tiepido dei raggi solari (dagli scialli indossati dalle donne possiamo pensare di essere in inverno) e ad udire il chiacchiericcio sommesso delle amiche.

Dall’esame riflettografico condotto sul dipinto si sono notate diverse varianti non solo nella disposizione dei pali di sostegno o nella curvatura della tenda, ma anche nel rapporto fra le figure.

Dipinti simili alla Rotonda

Altre di Fattori realizzate in questi anni vivono dello stesso intarsio smagliante, ma calibratissimo di forme e colore: Signora al sole, Ritratto di signora all’aperto. Antignano, Silvestro Lega che dipinge sugli scogli, tutte eseguite negli anni Sessanta dell’Ottocento.

Signora al sole, 1866. Collezione privata
G. Fattori, Ritratto di signora all’aperto. Antignano, 1866 ca. Milano, Pinacoteca di Brera
Opera affine alla Rotonda
G. Fattori, Silvestro Lega che dipinge sugli scogli, 1866. collezione privata

Conclusione

Settimia non ce la fa a superare la malattia e purtroppo muore nel 1867.

L’artista rimane sempre legato a quest’opera, tanto da non separarsene mai, proprio per il carattere privato della stessa.

Lo si apprende dalla relazione dei commissari datata 15 settembre 1908 (Fattori muore il 30 agosto di quell’anno) con la quale viene motivato l’acquisto della tavoletta e di altre opere fattoriane da parte del Comune di Firenze per la Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti: “Una piccola tavola che Fattori teneva carissima nella sua stessa stanza da letto perché da giovane vi ritrasse con sincerità d’atteggiamenti e con modernissima freschezza di colori alcune signore della sua famiglia sopra una rotonda di bagni a Livorno”.

Fattori nel corso della sua vita ebbe tre mogli ma, forse chissà, il suo cuore rimase sempre legato a Settimia (per chi volesse approfondire la storia ne parlo sul mio articolo Le mogli di Fattori ).

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