Due dipinti straordinari del grande Silvestro Lega, artista del gruppo dei Macchiaioli Toscani, realizzate nel suo più fecondo periodo artistico.

Oggi voglio parlarvi di due dipinti di Silvestro Lega (per conoscere la vita del pittore, vi invito a leggere l’articolo Una giornata con Silvestro Lega ) questo straordinario artista del gruppo dei Macchiaioli Toscani che sono conservate all’interno della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Palazzo Pitti:

Il canto di uno stornello del 1866 e La passeggiata in giardino che risale al 1870. (Per approfondimenti sui Macchiaioli Toscani, potete leggere l’articolo: I Macchiaioli )

Il canto di uno stornello campeggia sopra un bel camino in marmo nella Sala dedicata a Il tema di genere tra la fine del Granducato e l’Unità e, nella stessa posizione sopra un camino, possiamo immaginarlo a casa dei Batelli; vicino è collocato l’altro dipinto, più piccolo.

collocazione del Canto di uno stornello a Palazzo Pitti
La sala della Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti dove è collocato Il canto di uno stornello.

Le opere risalgono al momento più fecondo della vita dell’artista quando è ospite di Spirito Battelli nella sua casa a Piagentina, fuori Porta La Croce a Firenze.

E’ qui, a Piagentina, in quella che all’epoca era la campagna fiorentina (oggi tutta costruita e quindi praticamente irriconoscibile) che si forma la Scuola di Piagentina, contrapposta alla Scuola di Castiglioncello, dove i Macchiaioli si recavano soprattutto d’estate ospiti di Diego Martelli per ritrarre il paesaggio naturale nei dintorni della villa che il critico ha ereditato alla morte del padre, il liberale Carlo Martelli.

Silvestro Lega: un artista dal carattere particolare

Diciamo subito che Lega è un’artista con una personalità “complicata”: schivo e timido, per creare ha bisogno di essere circondato da affetti, dal calore di una famiglia, ed è proprio quello che trova a casa di Spirito Batelli.

Qui, infatti, Lega ha intrecciato una relazione con la figlia maggiore di Batelli, Virginia, ed è proprio lei che viene rappresentata al centro del Canto di uno stornello, nell’atto di suonare il pianoforte.

Lega si trova nel pieno della sua maturità artistica, nel suo momento più creativo durante il quale crea delle opere assolutamente liriche, il momento in cui Lega ci racconta episodi della vita quotidiana tanto che, solo ad osservare queste opere, siamo trascinati all’interno della realtà dell’epoca.

Il canto di uno stornello

Poniamoci di fronte al quadro e osserviamolo: sentiamo le note del pianoforte e, nello stesso tempo, percepiamo il calore piacevole della giornata.

Sembra quasi di stare all’interno di questa stanza.

Dalla finestra aperta notiamo la campagna in lontananza che è avvolta dalla nebbiolina, mentre dentro la stanza osserviamo tre donne.

Virginia Batelli, maestra di musica, è seduta al pianoforte, intenta a suonare uno stornello.

Lega è talmente preciso e descrittivo che riesce a farci leggere le note dello spartito.

Silvestro Lega il canto di uno stornello: Lega permette di leggere lo spartito musicale
Particolare dello spartito del Canto dello stornello: Lega è talmente preciso che si è riusciti a capire quello che Virginia sta suonando

Dietro di lei, osserviamo due ragazze, molto probabilmente sono le sorelle Cecchini, Maria e Isolina, con cui Lega aveva stretto rapporti anche perché a Isolina Cecchini dava ripetizione di pittura.

Silvestro Lega  il canto di uno stronello
S. Lega, Il canto dello stornello, 1867.

Le Cecchini, insieme alla madre Maddalena Settimelli, frequentano molto spesso la dimora dei Batelli tanto che nelle opere di questo periodo le troviamo ritratte molto spesso.

Nel Canto di uno stornello la pittura di Silvestro Lega si anima di pennellate precise e dettagliate, confortate dalla luce chiara, precisa e perfetta memore delle opere del Quattrocento toscano, in particolare di Piero della Francesca.

Notiamo la perfezione nella resa dei decori delle stoffe e della tenda a fiori.

La luce così idilliaca, così calda, entra all’interno della stanza, illumina il profilo dei volti delle ragazze, lo spartito musicale, la tastiera del pianoforte e le mani di Virginia che con grazia e leggiadrìa si muovono, veloci e sicure, sulla tastiera dello stesso.

Lega riesce ad infondere alle immagini una sintesi monumentale da quadro storico che può trovare un corrispettivo molto puntuale nella Famiglia Bellelli di Degas, opera che il francese ha creato proprio a Firenze nel 1858.

Silvestro Lega prese a modello il dipinto di Degas
Degas, La famiglia Belelli, 1858. Parigi, Musée d’Orsay

Lo stornello suonato da Virginia

Dicevo che Virginia sta suonando uno stornello: osservando le note sul pentagramma, molti storici ritengono che possa trattarsi proprio di una quelle romanze cantate a mò di stornello, rivisitazione colta di un canto popolare già caro a Verdi, Rossini e Donizetti e che nella Firenze del tempo ha avuto in Luigi Gordigiani, uno dei più celebri compositori del tempo.

C’è da dire, inoltre, che lo stornello è infatti cantato a una voce sola come avviene nel dipinto.

silvestro Lega: una delle due ragazze, batte il tempo con la mano
Dettaglio del canto dello stornello: una delle due ragazze batte il tempo con la mano

Se osservate con attenzione l’opera, notate come una delle ragazze canta, mentre l’altra sembra solo seguire con le mani poggiate sul mento le note della musica eseguite: ipotesi che trova conferma nello spartito che si offre con chiarezza la nostra vista nel quale si legge un solo pentagramma, e non due, con una movenza di stornello.

Lo spazio è rappresentato in prospettiva: basta osservare il pavimento con le mattonelle leggermente inclinate che conducono il nostro occhio dentro l’opera.

Sono loro che guidano il nostro sguardo verso le stoffe delle ampie gonne, fino a farci salire verso i volti delle protagoniste, quindi alla tenda, fino alla finestra aperta che ci conduce al di fuori della stanza, verso la campagna fiorentina.

La tecnica pittorica usata da Lega nel Canto dello stornello

Nel creare l’opera, l’artista adotta quasi una “lentezza antica” nell’esecuzione della stessa.

Una pennellata lenta e meditata che riesce a farci rievocare un tempo un tempo che trascorre lento e rispettoso delle cadenze umane.

La finestra aperta sulla campagna illude di una quiete e di un ordine non contaminati dal progresso, anche se la realtà era un’altra: le mura di Firenze sono ormai all’epoca cadute, gli orti e i giardini sono ormai invasi dalle case e dalle prime fabbriche.

Ma Silvestro Lega è il pittore del tempo sospeso.

La stessa calma a-temporale la si percepisce nel Dopopranzo, in Una sita, nei Fidanzati, nell’ Elemosina… tutte opere mirabili realizzati nello stesso torno degli anni Sessanta a Piagentina.

Silvestro Lega: La passeggiata in giardino

Il dipinto è forse da identificare con il quadro presentato da Silvestro Lega all’Esposizione Nazionale di Parma del 1870 con il titolo Passeggiata.

Silvestro Lega, La passeggiata in giardino
La passeggiata in giardino, 1870. Firenze, Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Palazzo Pitti

La passeggiata in giardino risente ancora dello spirito delle opere create a Piagentina, con qualche lieve differenza nella pennellata.

Lo stesso senso di calma, lentezza, di un mondo circoscritto, lo respiriamo anche in questo capolavoro.

Due donne, vestite con abiti eleganti, stanno passeggiando in giardino in una splendida mattinata di sole.

Il passo è lento, quasi sentiamo il frusciare della stoffa del piccolo strascico delle gonne sul giardino.

Nelle tonalità accese del sole, osserviamo i nette contrasti di luce ed ombra, che esaltano ancora di più la resa della luce.

Il primo piano è inondato di sole.

Lo sfondo in ombra: la spazialità e la resa prospettica sono create con il colore.

Rispetto a qualche anno prima, la pennellata di Lega diventa più sintetica.

La resa dei volti è molto più sintetica rispetto ai volti delle protagoniste del Canto di uno stornello.

In quest’ultimo, infatti, l’artista definisce in modo chiaro e leggibile i dettagli, nella passeggiata, la pennellata è più sintetica, non solo nei volti, ma anche nei decori delle vesti, che sono semplicemente accennati.

Nel Canto dello stornello la resa dei volti è più precisa
Nella passeggiata osserviamo
come Lega adotta una pittura
più sintetica in cui i volti delle
protagoniste non sono delineati
con precisione.

L’artista sta lentamente evolvendo verso uno stile più impressionista che trova il suo acme nel periodo trascorso al Gabbro e che caratterizza le opere della fine degli anni Ottanta, prima anni Novanta del Novecento.

Ma questa è un’altra storia.

Se siete interessati ve la racconto un’altra volta, fatemi sapere!

Tour per conoscere le opere di Silvestro Lega:

Se amate i Macchiaioli e volete conoscerli da vicino, vi invito a prenotare la vostra visita cliccando nei seguenti percorsi: Un gioiellino a Livorno: Villa Mimbelli – Museo Civico Giovanni Fattori e

Un viaggio alla scoperta dell’arte dal Neoclassicismo ai primi anni del Novecento: le collezioni della Galleria d’arte Moderna a Palazzo Pitti, vi aspetto!

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