Uno viaggio all’interno del Salone Grande di Casa Vasari a Firenze.

Oggi visitiamo la Casa dove il grande pittore abitò mentre era impegnato nelle numerose realizzazioni di Casa Medici.

Casa Vasari a Firenze si trova in Borgo Santa Croce n. 8.

Appena arrivati, di fronte a noi campeggia un severo e alto palazzo a tre piani, con finestre segnate dal classico bugnato con cornici marcapiano.

Sulla facciata si nota una finestrella per bambini, posta al di sotto della finestra centrale del primo piano e munita di grata in ferro.

Casa Vasari finestrella bambini
Casa Vasari a Firenze, interno, la finestrella per bambini murata, vista dall’interno
casa vasari esterno finestrella bambini
Casa Vasari a Firenze, esterno, la finestrella dei bambini chiusa con grata in ferro

Le finestre del piano nobile corrispondono alla Sala Grande o degli Artisti, della casa del pittore, architetto e storico dell’arte italiano.

E’ all’interno di questo Salone che si trova il ciclo di affreschi di cui vi voglio parlare oggi, ma procediamo con ordine.

Casa Vasari facciata
Casa Vasari a Firenze, Facciata
Casa Vasari portone di ingresso
Casa Vasari a Firenze, Portone di ingresso

Casa Vasari: la storia

Giorgo Vasari prende in affitto la casa quando è nel pieno della sua collaborazione con la famiglia Medici, in particolare con il duca Cosimo I.

Quest’ultimo anni prima gli aveva commissionato la creazione degli Uffizi e del famoso corridoio “sospeso”, il corridoio vasariano per l’appunto.

E’ proprio Cosimo I a concedere in affitto la dimora al pittore aretino, abitazione che nel 1560 gli viene donata in segno di riconoscenza per i suoi servigi alla famiglia.

Precedentemente la essa risulta di proprietà di Niccolò Spinelli, al quale viene requisita nel 1548.

Come consuetudine di molte case fiorentine, al piano terra era presente una bottega.

A partire dal 1572 inizia la decorazione dei diversi ambienti, in particolare della Sala Grande.

Vasari coinvolge nei suoi progetti lo storico e filologo Vincenzo Borghini col quale ha già lavorato in precedenti cicli pittorici per la famiglia Medici.

La casa è rimasta di proprietà dei discendenti dell’artista fino al 1687.

Nella prima metà dell’Ottocento viene acquistata dalla nobile famiglia Morrochi.

Negli anni seguenti è stata oggetto di numerosi interventi di restauro.

La Sala Grande

La decorazione ad affresco della Sala Grande riprende i temi già presenti nella Casa di Arezzo.

Nell’abitazione fiorentina si esalta il tema delle Arti e del Primato della pittura, in particolare l’idea dell’arte che il Vasari stesso aveva.

Casa Vasari, Salone Grande
Casa Vasari, il Salone Grande o degli Artisti

Facciamo uno sforzo di immaginazione e proviamo ad immergerci nel clima che si respirava all’interno.

Una musica di sottofondo si diffonde nell’ambiente.

Essa è coperta dal bisbigliare di pittori, letterati e critici a lui affini.

C’è un grande via vai di gente. Immaginiamola vestita con gli abiti dell’epoca.

Corsetti aderenti, stoffe preziose e luccicanti, una sorta di alterigia nel leggere e commentare passi scelti da eleganti volumi.

Possiamo, inoltre, immaginare la stessa Sala piena di cavalletti, ingombra di tavolozze e pennelli, una vera e propria fucina d’arte.

Ecco si avvicina a noi il padrone di casa.

Indossa un elegante giubbone nero, da cui si intravede il collo della camicia.

G. Vasari, Autoritratto, 1566-1568. Firenze, Uffizi

Sopra indossa una lunga tunica, sempre di color nero, su cui spicca una medaglia con una catena d’oro.

“Messeri, accomodatevi”. Il padrone di casa ci invita con un inclino, e continua …

“Fra poco inizierò la lettura di un passo delle mie celebri Vite dei più Eccellenti Pittori, Scultori e Architetti. Parliamo di Messer Masaccio e di suo fratello Messer Lo Scheggia … “. Ci guarda. Altro inchino.

“Suvvia prendete posto”.

La lettura inizia.

Noi ci guardiamo attorno, attoniti da tanta bellezza e iniziamo ad osservare le scene dipinte ad affresco del grande Salone …

Il ciclo pittorico di Casa Vasari

Molto spazioso, esso attualmente conserva il ciclo pittorico che si snoda a partire dal sottotetto.

Un fregio con differenti elementi decorativi, cartelle, grottesche, volute, incornicia i ritratti di pittori posti all’interno di cartelle sagomate.

Gli episodi sono divisi fra loro da gigantesche cariatidi dorate, mentre a sua volta una finta architettura inquadra i differenti episodi.

Le allegorie sono poste entro finte nicchie.

I colori sono chiari, predominano le tonalità pastello degli abiti, il verde, il rosa, il rosso e l’oro.

Le figure presentano una muscolatura possente, in linea con l’arte Vasariana espressione tipica del Manierismo.

Sotto i diversi episodi, corre un fregio a finto marmo e, sotto ancora, cartelle che inquadrano mascheroni: le decorazioni sono tratte dal repertorio delle grottesche.

Su tutto spicca il grande camino con volute ai lati che vengono riprese, a scopo decorativo, anche nella finta architettura dipinta nello zoccolo che corre sotto le storie.

La parete est

Ai quattro angoli della sala sono poste le quattro Allegorie delle Arti: a destra, vicino alla finestra, troviamo la Scrittura, la Scultura è rappresentata nell’atto di scolpire una statua, la Pittura con in mano una ciotola.

Seguono l’Architettura e la Musica, quest’ultima aggiunta nell’Ottocento.

Allegoria della Scultura
Allegoria della Pittura, con il colore contenuto nella ciotola anzichè nella tavolozza
Allegoria dell’Architettura

Gli episodi sono rappresentati all’interno di finte architetture, quasi finestre, che ci mostrano una scena che si svolge fuori della sala.

Essi sono stati presi da Plinio e dal suo famoso testo la Naturalis Historia, e illustrano la concezione dell’arte propria del Vasari.

La parete est è quella con il camino dove, a destra, è rappresentata l’Origine della pittura in cui si vede un ragazzo che ripassa la sua ombra sul muro.

L’ Origine della Pittura

Il significato di questa rappresentazione è palese.

Essa identifica la piena concezione del Vasari del primato del disegno sulla pittura, che diventa la concezione primaria della divisione in due scuole: quella fiorentina fondata sul disegno, e quella veneta fondata sul colore.

Sopra il camino si trova il ritratto di Vasari.

La parete sud

La parete sud mostra le Storie di Apelle, il pittore greco vissuto nel IV sec. a. C.

Storie di Apelle

Vasari sceglie di rappresentare un aneddoto tratto dal testo di Plinio.

Si racconta che Apelle aveva l’abitudine di mostrare i suoi lavori all’ingresso della bottega, mentre lui si nascondeva dietro una tenda per ascoltare i commenti dei passanti.

Un giorno passò davanti alla bottega un calzolaio che criticò i calzari dipinti dall’artista.

Quest’ultimo li corresse subito ed espose di nuovo l’opera.

Il giorno seguente di nuovo passò il calzolaio che si accorse della correzione.

Quest’ultimo inizia allora a criticare anche il piede.

Infastidito, Apelle esce fuori dicendo: Sutor, ne ultra crepidam (Ciabattino non andare oltre le scarpe!).

Le pareti ovest e nord

La parete ovest racconta le Storie di Zeusi da Siracusa, pittore greco vissuto tra il V e il IV secolo a. C.

Anche di questo pittore Plinio ci fornisce numerosi aneddoti, fra cui uno ci indica la sua concezione dell’arte.

Uno dei più famosi è quello delle Quattro fanciulle di Agrigento.Plinio racconta che per rappresentare Elena nel tempio di Hera Lacinia, Zeusi ha fatto convocare nel suo studio le ragazze più belle della città.

Appena arrivate, le ha fatte spogliare e, di ognuna di esse, ha preso la parte più bella, per arrivare all’ideale di bellezza perfetta, assoluta.

La scena è suddivisa in due parti: il regno dell’arte è a sinistra, ambientato nello studio del pittore, e il regno della natura a destra.

In quest’ultimo troviamo la statua di Artemide Efesia rappresentata sullo sfondo, in basso due figure a mezzo busto che rappresentano la moglie e la madre dell’atista.

Storie di Zeusi

Dall’ultima parete, la nord, inizia il fregio con i ritratti dei tredici artisti già celebrati nella seconda edizione delle Vite, edita nel 1568.

In particolare troviamo: Cimabue, Giotto, Masaccio, Raffaello, Michelangelo, Leonardo, Andrea del Sarto, Donatello, Brunelleschi, Perin del Vaga, Giulio Romano, Rosso Fiorentino e Francesco Salviati.

Ci sarebbe ancora molto da dire ma non voglio svelarvi oltre.

Per adesso mi fermo qui,

A presto!

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *