Un viaggio attraverso l’evoluzione delle abitazioni a Firenze: dalla casa torre al palazzo rinascimentale.

Oggi voglio parlarvi dello sviluppo delle abitazioni fiorentine nei secoli scorsi, per capire come si passa dalla casa torre medievale al palazzo rinascimentale.

Immaginiamo di tornare indietro nel tempo e di arrivare a Firenze nel Medioevo.

Ci troveremo di fronte ad una bellissima foresta di torri, un pò come la splendida S. Giminiano.

Casa torre a Firenze
Case torri a Firenze

Pensate che nel XIII secolo se ne contavano circa 160 ed avevano un’altezza che arrivava fino a 65 mt.

Molte di queste case torri oggi non esistono più, mentre altre si possono riconoscere, un pò trasformate, per le vie della città: bisogna aguzzare la vista, però!

Casa Torre degli Alberti
Torre degli Alberti, Firenze

Nel Rinascimento cambia tutto.

Al posto della casa torre appare lo splendido palazzo rinascimentale, e il volto della città si modifica.

Facciamo insieme questo viaggio nella Firenze di tanti secoli fa, per scoprire l’evoluzione architettonica della casa torre medievale al palazzo rinascimentale.

Le case torri Medievali

Inizialmente le Torri hanno uno scopo prevalentemente militare.

Servono sostanzialmente per difesa delle famiglie aristocratiche che in primis le hanno fatte costruire.

Successivamente anche la ricca borghesia ne commissiona la costruzione.

Più è alta la torre, più identifica l’importanza della famiglia, il suo status simbol: la potenza dei proprietari ed il loro controllo sulla città.

La gara delle torri più alte non piacque però al Comune che si affretta ad emanare lo statuto “De turribus exquadrandis” con il quale impone lo scapitozzamento (vedi oltre) delle torri più alte delle famiglie aristocratiche: pensate che alcune arrivavano fino a 70 mt.

Si vietò, inoltre, di costruire torri più alte rispetto a quella del Bargello, simbolo del potere civile del cittadino, e del campanile di Giotto, simbolo del potere religioso.

A partire dal Duecento, quando iniziano gli scontri fra le fazioni opposte dei Guelfi (i sostenitori del Papato) e Ghibellini (i sostenitori dell’Impero), capeggiate in primis dalle famiglie dei Buondelmonte e degli Amidei, a cui seguirono altre rivalità fra famiglie importanti, inizia la gara per la costruzione delle case torri.

La struttura delle Case Torri

A livello strutturale, le torri sono collegate all’abitazione vera e propria con un collegamento interno.

Molte famiglie legate da interessi comuni in caso di necessità si asserragliavano dentro una o più torri, collegate fra loro con ponteggi mobili, creando così un’efficace rete offensiva o difensiva (le Consorterie o Società delle Torri).

Com’erano strutturate?

La severità dei blocchi di mattoni nascondeva: i sotterranei che, se presenti, contenevano il magazzino e la dispensa.

La bottega spesso è presente al piano terra, quindi mano a mano che si sale, si sviluppano le stanze, circa 5o 6 di cui la cucina si trova all’ultimo piano, questo per ridurre il rischio di incendi e per permettere agli odori … di librarsi in cielo … .

La loro sommità è merlata e sostenuta da beccatelli, o mensole, e viene utilizzata come postazione di avvistamento.

Le Case Torri delle famiglie più abbienti hanno un pozzo interno e la loggia a piano terra, come per esempio nella Casa Torre di Palazzo Davanzati.

Palazzo Davanzati Firenze

All’esterno si notano ancora molti elementi comuni a tutte come, per esempio, gli anelli in bronzo per legare i cavalli, le staffe per sorreggere le lanterne, e le buche pontaie, i fori simmetrici utilizzati per ancorare i ponteggi.

Lo scapitozzamento delle Torri

Quando una fazione prevale sull’altra, le torri appartenenti alle famiglie sconfitte vengono distrutte o scapitozzate.

Nel 1250 un ordinamento comunale fissa l’altezza massima delle torri a 50 braccia (30 mt. circa) e pertanto molte case torri vengono scapitozzate.

Nel corso del XIV secolo la casa torre diventa simbolo di un passato superato.

Progressivamente vengono abbandonate, altre abbattute, altre ancora, fortunatamente restaurate.

Oggi ne rimangono poche ma ricche di fascino.

Sono circa una cinquantina e sono dislocate prevalentemente nel centro storico: lungo via dei Cerchi e dintorni (via Condotta, via dè Tavolini, via del Corso), nei pressi di Por Santa Maria e in Borgo S. Jacopo.

Fra tutte merita una menzione la Torre della Castagna, una delle più antiche torri della città edificata già nel 1038, situata in piazza S. Martino, nel quartiere di Dante.

Dal 1282 fino alla costruzione del Palazzo dei Priori (P. Vecchio), al suo interno si riunivano i Priori della città.

Dalla casa torre al palazzo

Nel Rinascimento tutto cambia.

Dal 1440 al 1550 vengono costruiti a Firenze più di cento palazzi, commissionati dalle più potenti famiglie arricchitesi con il commercio, il possedimento di banchi commerciali e grazie all’artigianato.

Abbiamo già visto come dal Trecento, progressivamente, la casa torre non viene più utilizzata.

Dai secoli oscuri del Medioevo, si passa alla Rinascita del XV secolo.

Il palazzo che sostituisce la casa torre ci parla di un secolo nuovo.

Un secolo che riscopre le vestigia del passato, della Roma antica, si studia il famoso trattato dell’Architettura di Vitruvio, critici come Leon Battista Alberti teorizzano la nascita del nuovo palazzo studiato con tutte le comodità per il committente.

Ma il vero iniziatore della nuova tipologia di Palazzo rinascimentale è Michelozzo, l’architetto di Casa Medici.

E’ lui, con la costruzione di Palazzo Medici Riccardi, nel 1440, che segna la nascita del modello della dimora aristocratica che diventa il modello di base nella costruzione dei palazzi per circa un secolo.

Michelozzo, Palazzo Medici Riccardi, Firenze

Il palazzo fiorentino

Il palazzo rinascimentale, a Firenze, è definito da un blocco isolato, un cubo o parallelepipedo, che si eleva su due piani intorno ad un cortile centrale, circondato da colonne.

La sua caratteristica principale è la facciata a bugnato: rustico al piano terra, via via sempre più liscio fino al piano superiore.

Finestre contenute all’interno di arcate, la cui ghiera è definita dalla disposizione dei mattoncini a raggera.

Palazzo Medici Riccardi, particolare di finestra

Cornici marcapiano ne separano i diversi piani e, al piano terra, corre la cosiddetta panca di via.

Palazzo Medici Riccardi, panca di via

Al piano terra, che comunica con con l’esterno attraverso un’unica porta principale, troviamo rimesse, scuderie, camere dei domestici.

La grande sala di ricevimento si trova al piano nobile, il primo, piano che ospita anche gli appartamenti del capo famiglia.

Il secondo piano ospita il resto della famiglia i servitori.

Per non disturbare il capo famiglia, il secondo piano è raggiungibile attraverso scale a chiocciola poste negli angoli o nello spessore dei muri.

Gli ornamenti dei palazzi fiorentini

Rispetto alla casa torre medievale, in cui si hanno cinque o sei stanze, nei palazzi troviamo tra le quindici e le venti stanze, a volte trenta, nel corso del XVI secolo.

Ovviamente le famiglie dei potenti erano numerose!

L’umanista Leon Battista Alberti nel suo Trattato di Architettura scritto nel 1453 afferma che “La magnificenza di una costruzione deve essere adattata alla dignità del suo proprietario“.

Non è solo l’ampiezza però quello che conta, ma anche la decorazione della facciata e dell’entrata, visibile a tutti.

Sostanzialmente, a parte la lavorazione a bugnato, troviamo ancora gli anelli per legare i cavalli, e i porta torce in ferro, come abbiamo già visto nella casa torre.

Le facciate completamente dipinte appaiono solo dopo il 1510, con un crescendo intorno al 1560 e il 1610.

Caso esemplare per le sue dimensioni, la facciata di Palazzo Strozzi, costruita alla fine del XV secolo.

Palazzo Strozzi, Firenze

Il committente, Filippo Strozzi il Vecchio, ordina addirittura di sgomberare la piazza dove doveva sorgere il Palazzo.

Anche qui troviamo l’uso del bugnato sbozzato a piano terra, disposto in file regolari, in cui solo le campanelle (gli anelli per attaccare i cavalli) e le eleganti lanterne d’angolo rompono lo schema di base.

I valori dell’aristocrazia

Il palazzo fiorentino esprime i valori dell’aristocrazia.

La casa torre esprimeva la potenza del signore, grazie all’altezza a volte smisurata.

Il palazzo del Rinascimento non afferma la gloria di un uomo, ma soprattutto la stabilità di una famiglia i cui emblemi ricoprono i muri come, per esempio, i tre crescenti degli Strozzi, i veli della fortuna che corrono lungo il fregio al primo piano di Palazzo Rucellai, nonchè i blasoni che sormontano le entrate principali.

Da mettere in evidenza un’altra differenza rispetto la casa torre medievale: ora il luogo di lavoro non si confonde più con la residenza.

Non ci sono più i negozi o i laboratori al piano terra.

Grazie alle grandi fortune derivate dal possesso di una banca, dal commercio lontano o dalla terra, non richiedono più un contatto diretto con il mercato fiorentino.

Ora si cerca di più l’intimità.

Le logge che ospitavano le feste familiari nella casa torre che ne era provvista, vengono abbandonate.

Possiamo dire che il palazzo aristocratico fiorentino emerge nel momento in cui non si pone più il problema dell’accumulazione del capitale.

Ricordiamo che nel XV secolo i fiorentini sono i banchieri dell’Occidente.

E’ così che in un secolo, fra il 1440 e il 1550, vengono costruiti più di cento palazzi a Firenze:

Palazzo Medici (1440-60 ca. )

Palazzo Rucellai (1446-51)

Palazzo Antinori (1461-166)

Palazzo Pazzi (1462-72)

Palazzo Pitti (1440-60)

Palazzo Strozzi (1489-1507) solo per citare i più famosi.

Un nuovo palazzo rimpiazza dai cinque ai dieci edifici anteriori!

L’evoluzione di Firenze

La Firenze medievale, costellata da circa 150 torri, scompare nella metà del XIII secolo.

In città si raddrizzano e si allargano le vecchie strade, se ne aprono di nuove, ampie e dritte, si creano grandi piazze:

il palazzo aristocratico segna la fine di questa regolarità urbana.

In un primo tempo la grande dimora non modifica la geografia sociale della città: le grandi famiglie dominano ciascuna una porzione dello spazio urbano.

Ognuno costruisce il suo palazzo nel cuore del territorio familiare.

Ma rapidamente il palazzo invade le piazze e le arterie di passaggio.

Nel XVI secolo non sono più le Corporazioni che simboleggiano la bellezza della città, ma le numerose dimore aristocratiche.

Un’altra considerazione è, infine, importante: il nuovo modello di palazzo non consente più la coabitazione di differenti classi sociali nello stesso immobile.

Le classi dirigenti ora tendono a separarsi dalle classi dominate, lasciando al popolo le strade strette e tortuose della città medievale, per sistemarsi nelle vie moderne, lunghe e animate.

Per fare un esempio: la via Larga, oggi via Cavour, aperta nel XV secolo e dove si trovava e si trova Palazzo Medici

che collega il centro di Firenze a Porta San Gallo, passando per il convento di S. Marco, restaurato dai Medici stessi, rappresenta il grande asse di passaggio verso la Romagna, granaio di Firenze.

Al seguito dei Medici, la strada si popola di palazzi che via via conquistano anche le vie parallele.

Si viene a poco poco realizzando quanto auspicato dall’Alberti: “Io credo che in molti troveranno buono che le persone nobili fossero totalmente separate dalla turba popolare”.

L’augurio di Alberti si realizzò in pieno.

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