Ia maremma dei macchiaioli una mostra che ripercorre il ricordo di questo luogo della toscana

Un’esposizione creata nell’ambito del progetto Uffizi Diffusi, ricorda la Maremma all’epoca dei Macchiaioli Toscani

Bibbona, un piccolo borgo della Maremma Toscana o Livornese, come veniva un tempo chiamato questo lembo di terra che si snoda nella Costa degli Etruschi.

Il borgo è ricco di storia, una storia affascinante che merita di essere scoperta.

I cavalieri templari, che amavano stanziarsi nei luoghi abitati dagli Etruschi, erano presenti nel Castrum Bibbonae, famosa per le moltissime tombe etrusche che popolano l’abitato, molte visibili ancora oggi.

Un borgo che conserva la sua storia nelle pietre con cui è costruito, un borgo dove storia e leggenda si intrecciano.

Bibbona, particolare del centro storico
Bibbona, chiesa di S. Ilario
Bibbona, la Chiesa di S. Ilario

Certo non è questo il momento di parlare della storia del borgo ma, proprio qui, in questo silente luogo della Costa degli Etruschi, è stata inaugurata da qualche giorno la mostra La Maremma dei Macchiaioli, ospitata nelle sale del Comune Vecchio fino al 15 ottobre 2023.

D’altronde non c’è da meravigliarsi che una tappa del grande progetto Uffizi Diffusi sia “sbarcato qui”.

I Macchiaioli

Sono infatti questi i luoghi dei Macchiaioli Toscani, straordinari artisti che in quel di Firenze, a partire dal 1855, iniziano a riunirsi all’interno dell’allora Caffé Michelangelo con la precisa volontà di rinnovare l’arte, sia a livello di tecnica (utilizzando la Macchia appunto), che i soggetti, portando la realtà all’interno dell’opera d’arte.

Fra i soggetti a loro contemporanei che i Nostri trattarono, la pittura di paesaggio occupa un posto speciale.

Quale migliore occasione per uscire dall’Accademia e andare a sperimentare la luce vera, la luce naturale, en plai air?

I luoghi dove andare a dipingere? La costa livornese, nella fattispecie Livorno, Antignano e Castiglioncello, ospiti del mecenate Diego Martello, e la Maremma.

L’aspra e selvaggia Maremma, di cui Fattori si innamora in modo particolare.

Dentro la Mostra

Raccolti in una saletta al piano superiore del Comune di Bibbona i dipinti ci riportano indietro nel tempo (come tutte le opere di questi artisti, d’altronde), in quella Maremma, per certi versi molto simile ancor oggi, fatta di distese incontaminate di campi e mare.

Bibbona, Comune Vecchio

Entrando, e dando un primo sguardo ai dipinti, ho percepito un senso di calma che, sempre, le opere di questi artisti mi trasmettono.

Il tempo sembra essersi fermato nelle opere dei Macchiaioli.

D’altronde era questo quello che volevano fare, bloccare l’attimo, studiando la luce, la natura per riportarla sulla tela o, più spesso, sulle piccole tavolette in legno, dal formato lungo e stretto scelto per rendere la vastità degli orizzonti che si aprivano davanti ai loro occhi.

Personalmente mi hanno colpito molto due dipinti di Fattori, quali La casa rustica sul mare e Tramonto sul mare.

G. Fattori, La casa rustica sul mare, 1890-95 c. Olio su tavola di pioppo
La maremma dei macchiaioli fattori tramonto sul mare
G. Fattori, Tramonto sul mare, 1900 c. Olio su Tavola di Pioppo

Nella Casa rustica l’opera è giocata sulle diagonali del paesaggio e dei tetti delle case che definiscono l’immagine.

Seduta su un muretto una donna osserva un cagnolino nero intento a correre. Un lembo di mare sulla destra chiude la composizione, la cui profondità è definita dal digradare in lontananza delle montagne.

Part. La casa rustica

La tecnica utilizzata dall’artista è definita dalla macchia nel rendere la muratura esterna delle case, mentre nella resa del paesaggio in primo piano, la pennellata si allunga, si sovrappone con differenti tonalità nel rendere l’armonia del paesaggio circostante, fino a sfumare nella lontananza in alto a destra del dipinto.

Assolutamente poetico Tramonto sul mare: un uomo visto di spalle si perde ad osservare la vasta distesa del mare davanti a sè. E’ solo, posto sull’angolo destro della tela.

L’uomo è piccolo di fronte all’immensità della natura.

Un tramonto che tocca il cuore.

Part. Tramonto sul mare

Osservando le pennellate sembra quasi di percepire il furore creativo dell’artista.

Pennellate rialzate che si incrociano l’una con l’altra a rendere il movimento ondeggiante della distesa d’acqua.

Tocchi di bianco emergono nel cielo rosato di un tramonto che si sta concludendo.

Striature liquide di violetto, azzurrino, arancione a definiscono la vastità del cielo.

La Maremma di Fattori …

La maremma dei macchiaioli: fattori, piccola maremma
G. Fattori, Piccola Maremma, 1884. Olio su tavola di pioppo

La tecnica pittorica di Fattori, e dei Macchiaioli più radicali, è esplicitata benissimo nella tavoletta Piccola Maremma.

Essa contiene in sè le caratteristiche principali della pittura di paesaggio.

Formato piccolo, stretto e allungato, dove il paesaggio si costruisce con “intarsi geometrici”.

Piccole macchie di verde definiscono l’erba nel primo piano, mentre pennellate in diagonale a destra accompagnano l’occhio verso il profilo dell’orizzonte che si staglia in lontananza, là dove la terra incontra il cielo.

Una pittura sintetica, ma straordinaria nel rendere la vastità e la calma che emana da questi luoghi

La maremma dei macchiaioli, maremma toscana
G. Fattori, Maremma Toscana, 1898 c. Pastello su cartone

Non a caso Maremma Toscana è stata scelta come opera identificativa dell’esposizione: sulla destra appaiono i famosi Buoi Bianchi tanto amati non solo da Fattori ma anche da Borrani e Abbati.

Un tema su cui i tre si sono esercitati a Castiglioncello, nella tenuta di Diego Martelli, lì dove si esaltavano alla vista della luce bianca riflessa sul manto candido degli animali.

Tornando al Nostro, è proprio la coppia di buoi che, posta in diagonale, ci permette di entrare nel dipinto ed inoltrarci nella vastità del paesaggio, attraversando lo specchio d’acqua, fino a raggiungere la vastità della montagna che, in lontananza, si congiunge con la linea dell’orizzonte.

… E quella di Abbati

La maremma dei macchiaioli: marina
G. Abbati, Marina, 1863-1864. Olio su tela incollata su tavola

Anche Abbati si dedica alla pittura di paesaggio.

In questa Marina, la vasta distesa di sabbia, la cui monotonia è interrotta da piccole rocce, occupa quasi tutto il primo piano del dipinto.

La piccola insenatura della spiaggia accoglie un lembo di mare, incastonato fra le rocce della vegetazione selvaggia.

Una tecnica pittorica pacata, uniforme, dà vita a questa Marina che ti invoglia a immergerti nel silenzio che da essa promana.

Una piccola ma significativa esposizione, questa, per ripercorrere questi luoghi della memoria, questo tratto di terra toscana che contiene in sè un fascino tutto particolare.

Una testimonianza di un’epoca che, nonostante tutto, è viva ancora oggi.

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *