Conosciamo insieme le deliziose bambole di Toulmouche

Un pittore che si muove a metà fra gli insegnamenti accademici e la realtà.

Un realismo fatto, come d’uopo in quegli anni, di momenti di vita quotidiana raccontati in modo vezzoso, con uno stile quasi capriccioso.

Entriamo nel mondo da favola di questo artista per un viaggio nella Parigi della seconda metà dell’Ottocento.

Auguste Toulmouche, biografia

Auguste Toulmouche nasce a Nantes il 21 settembre del 1829, da Emile Toulmouche e Rose Sophie Mercier.

Toulmouche, Autoritratto
Toulmouche, Autoritratto

In famiglia non ci sono artisti, tranne uno zio, scultore. Il Nostro manifesta presto interesse per l’arte, tanto che finiti i primi studi, a dodici anni, entra nell’atelier dello scultore René Amédée Ménard, con il quale apprende le prime nozioni di disegno e pittura.Nel 1844 entra nell’atelier di Biron, ritrattista.

Nel 1846 si reca a Parigi ed entra nella scuola di Charles Gleyre, il maestro di Manet, Monet, Renoir, Bazille, i futuri impressionisti.

Gleyre è un artista ancora di stampo accademico, importante sottolinearlo, in un momento in cui la Francia si stava preparando per la grande rivoluzione del Realismo.

Realismo e accademismo sono, infatti, le due componenti che si riscontrano nell’opera di Toulmouche. L’artista apprende le buone regole della pittura accademica, la purezza della forma, la perfezione del disegno, unendole alla rappresentazione di scenette di vita quotidiana come iniziava ad andare di moda allora.

Il pittore delle parigine

Nei suoi dipinti si specializza nei ritratti femminili, tanto graziosi e capricciosi, quanto eleganti. Le sue donne sono spesso romantiche ed evidenziano atteggiamenti romantici e sentimentali.

Opere vezzose che, penso, sicuramente piacquero anche al famoso mercante Goupil, mercante che tiranneggiava a Parigi in quegli anni, dove imponeva soggetti simili a cui tutti gli artisti devono sottostare per entrare nel mondo dell’arte parigina.

Con una differenza però sostanziale.

Se a Goupil piacevano molto questi soggettini carini e senza impegno, lo stile da seguire però era quello di Ernest Meissonier o di Mariano Fortuny, stile non riscontrabile nelle opere del Nostro al contrario, per esempio, di Boldini che nelle sue prime opere si adegua totalmente allo stile voluto dal mercante.

Lo Stile di Toulmouche così semplice e realista ti cattura subito.

Nelle sue opere colpiscono l’eleganza delle pose, il carattere spontaneo delle sue modelle ma, nello stesso tempo, anche la loro aria civettuola.

La tecnica è perfetta. Disegno, luce, colore, tutto coincide.

Splendidi i cangiantismi delle vesti, splendido l’arredo. Insomma i suoi dipinti hanno tutto l’occorrente per farci sognare.

La firma del pittore

Il successo fu immediato tanto che al Salon del 1852 ottiene una medaglia di terza classe. Nello stesso anno due suoi dipinti vengono acquistati dall’Imperatore Napoleone III e da sua moglie, l’Imperatrice Eugenia.

Un’altra medaglia, questa volta di seconda classe, arriva nel 1861 e, finalmente, nel 1870 gli viene conferita la Legion d’Onore.

La sua notorietà gli permise di aiutare Monet, con il quale era cugino di secondo grado, quando quest’ultimo giunse a Parigi.

Prima di entrare nel suo mondo osservandone le opere, vi lascio una curiosità: Toulmouche è noto per essere il pittore della parigina e, non a caso, lo scrittore Emile Zola definì le donne del pittore come deliziose bambole.

Le deliziose bambole di Toulmouche

Entriamo, quindi, in questo mondo fatato dell’artista.

Osservando in sequenza i dipinti si notano delle costanti: spesso le donne sono intente a guardarsi allo specchio, a leggere una lettera, ad abbigliarsi, oppure si intrattengono con graziosi bambini, ai quali viene dato un bacio o letto un libro.

Gli abiti rappresentano perfettamente la moda dell’epoca, perfettamente leggibile nei caratteri grazie allo stile estremamente preciso dello stesso.

A.Toulmouche, Il biglietto, 1883
A.Toulmouche, Vanità, 1889
A. Toulmouche, Catherine La Rose

Belle ed eleganti, dicevo, le parigine di Toulmouche spesso si ritrovano a leggere un biglietto, una lettera, in un interno altrettanto raffinato. Nell’ opera intitolata Il biglietto, quello che colpisce subito è lo sguardo assorto della protagonista. La luce scivola mettendo in evidenza la pelle candida delle spalle e gioca con il raso della veste.

La luce si insinua nelle pieghe di quest’ultima e ne esalta la ricchezza della stoffa raccolta dietro, come si usava all’epoca (si veda il mio articolo

La moda tempo di Boldini).

Spesso mazzi di fiori rendono elegante l’ambiente e accompagnano la dolcezza del volto delle protagoniste.

Ma le donne di Toulmouche sono donne anche vanitose, come ci mostra Vanità, in cui la bella parigina addirittura… azzarda a baciare se stessa nello specchio posto nella psichè.

La lettera d’amore

A. Toulmouche, La Lettera d’amore, 1863

In piedi vicino ad un caminetto, una donna è intenta a leggere una Lettera d’amore. Non ci guarda in volto, è assorta nella lettura. La gonna lunga, rende imponente la figura. Siamo negli anni Sessanta dell’Ottocento, la moda è ancora quella della crinolina. Gonne ampie, strette in vita, portate con una camicetta bianca e un giacchino. Anche qui la luce esalta in preziosismi le pieghe del panneggio, definendolo con giochi di luce ed ombra. La tenda sulla sinistra, assieme alla poltrona, rendono elegante l’ambiente dove, sopra il camino, una piccola tendina richiama l’eleganza della tappezzeria. Il piedino della dama è appoggiato, con eleganza, sul piccolo poggiapiedi. Un senso di pace pervade la stanza e l’artista ce lo restituisce tramite la sua pittura.

Donne in blu

A. Toulmouche, Notizie da lontano
A. Toulmoche, In biblioteca,
A. Toulmouche, Il vestito blu, 1872

Non vi nascondo che questi sono i miei preferiti. Il colore blu di questi abiti è strepitoso. Nell’opera Notizie da lontano, la lettera forse non reca buone notizie. Ce lo suggerisce il volto affranto della donna e i fogli che la stessa ha lasciato cadere a terra. Seguendo questi ultimi lo sguardo si insinua dentro la brace che arde nel caminetto. La rabbia vuole far scomparire la lettera?

Splendido il dettaglio dell’abito bianco con balze in pizzo che si intravvede dalla sopravveste aperta. Il triangolo di stoffa ci conduce al caminetto di marmo reso in modo impeccabile.

La donna intenta a leggere In biblioteca, ci volta le spalle. E’ immersa nella lettura e non si cura di noi spettatori. Tutto è silenzio intorno a lei. L’artista, con raffinata eleganza, ci presenta ancora l’accostamento di colori bianco e blu.

Il tic toc dell’elegante pendola scandisce il tempo.

La donna, posta al centro del dipinto, fissa insistentemente le lancette dell’orologio, è in trepida attesa dell’amato e il tempo non passa mai!!

Il tocco di giallo cangiante della ricca sopravveste ci abbaglia gli occhi. La donna stringe in mano un ventaglio che spicca sul fazzoletto bianco spiegazzato. La sala presenta un arredamento austero ed elegante, secondo i canoni dell’epoca, ed il pennello del pittore è talmente preciso che riesce a farci entrare anche a noi in quella stanza ed a respirare il senso dell’attesa, dell’attimo, che l’elegante parigina sta vivendo.

Momenti di una giornata da vivere

Nel corpus dell’artista non si trovano, però, solo vezzose parigine intente a guardarsi allo specchio oppure a leggere lettere.

L’artista ci regala anche attimi, istanti da vivere per immergerci nella realtà dell’epoca.

Ed è proprio questo quello che amo.

Ne La passeggiata in giardino, per esempio, riusciamo quasi a percepire quello che le due donne stanno confidandosi: la seconda ascolta l’amica con uno sguardo partecipe.

Splendida è la natura che accompagna il cammino delle giovani con le aiuole fiorite che girando l’angolo accompagnano le due.

E la ricercatezza nel rendere i particolari degli abiti è starordinaria.

A. Toulmouche, La passeggiata in giardino, 1877
A. Toulmouche, La lettera d’amore
A. Toulmouche, All’angolo del fuoco, 1878.

All’angolo del fuoco ci fa quasi percepire il calore che il fuoco sul caminetto emana nella stanza.

A volte capita di non avere voglia di fare nulla: ecco che Toulmouche ci regala questa sensazione in Dolce far niente, dove una ragazza annoiata, la testa appoggiata con la mano e con l’altra a tenere svogliatamente un libro aperto, è sdraiata sul divano e guarda nel vuoto. Sorprendente ancora una volta la resa delle stoffe del divano e dei cuscini.

A. Toulmouche, Dolce far niente, 1877
A. Toulmouche, Lo specchio, 1868

Lo specchio ci regala una compiaciuta eleganza nella ricchezza dell’abito accompagnata dal mazzo di fiori elegantemente appoggiato sul drappo serico arricchito di frange.

Sentimenti …

A. Toulmouche, Consolazione, 1867
A. Toulmouche, La fidanzata esitante, 1866
A. Toulmouche, Il bacio, 1870

Molto più struggente l’immagine di Consolazione dove, a sottolineare il patimento della ragazza, il pittore si abbandona all’uso del nero nel definire l’abito delle due donne mentre, possiamo suppore, le sorelle della fidanzata … esitante, fanno corona attorno alla stessa per cercare di … farle passare ogni dubbio; l’artista non rinuncia ad un pizzico di umorismo rappresentando la sorellina più piccola intenta a provare una coroncina di fiori, guardandosi vezzosa allo specchio.

Un pittore che sa esprimere in maniera significativa anche i sentimenti: il tenero bacio fra la madre e la figlioletta è un’immagine che rimane, indelebile, nella mente.

Vorrei chiudere questo breve excursus sul pittore con una citazione di J. Wentworth:

“Felice stato d’incanto in colui che può guardare …

le eroine vestite in modo succinto di

Toulmouche

e provare un piacere estatico”.

… E voi cosa ne pensate?

Aspetto i vostri commenti, scrivetemi!

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