I brigidini di Lamporecchio sono delle squisite cialde croccanti che non mancheranno di conquistarvi.

I brigidini sono dei dolci croccanti, delle cialde, che nascono a Lamporecchio addirittura intorno al XVI secolo.

Sono praticamente presenti in ogni fiera della Toscana, inseriti nelle inconfondibili buste lunghe e strette, oppure venduti sciolti.

Se si ha la fortuna di vederli fare, è uno spasso per gli occhi.

Lo sapete che sono … nati per un errore ?

E sapete qual è l’origine del nome? No? Allora leggete l’articolo che vi propongo oggi!

L’ origine dei brigidini di Lamporecchio

Leggenda vuole che queste cialde deliziose e croccanti siano nate per caso.

Un giorno nel lontano XVI secolo, alcune monache appartenenti all’ Ordine di Santa Brigida stavano, come al solito, preparando le ostie per la Comunione; non è chiaro se per impreziosirle o per errore, aggiunsero uova, zucchero e anice.

Famosi brigidini di Lamporecchio
I famosi brigidini di Lamporecchio
I semi di anice danno un gusto particolare ai brigidini.
Semi di anice, conferiscono al brigidino l’aroma particolare

L’impasto veniva lavorato su una spianatoia e, una volta ottenuto, venivano creati tanti piccoli cilindri, della lunghezza di circa un dito mignolo e successivamente tagliati in piccoli pezzi.

Le palline formate con l’impasto venivano messe all’interno di due piastre chiamate schiacce, pressate e messe sul fuoco per qualche momento.

Le piastre presentavano nella parte interna diverse decorazioni come girandole, soli, fiori stilizzati che rimanevano impresse nelle cialde e che davano il caratteristico decoro ai brigidini.

Antiche piastre per brigidini
Antiche piastre per brigidini

Una volte cotte e formate le cialde queste si lasciavano, e lo si fa ancora oggi, raffreddare perchè solo quando si sono completamente raffreddate raggiungono la croccantezza che li rende irresistibili.

Una volta pronti i brigidini venivano sistemati all’interno di corbelli, cestini di vimini foderati con carta cerata; successivamente i corbelli di vimini vennero sostituiti da quelli di zinco, creati così per mantenere i brigidini profumati e croccanti più a lungo.

Con questi si trasportavano fino alle piazze dei paesi.

Oggi si usano macchine veloci che hanno sostituito le pesanti tenaglie metalliche.

Compagni immancabili nelle fiere

Se all’inizio sono i dolci dei poveri, umili ma di sostanza, oggi sono compagni immancabili nelle fiere.

Questo piccolo dolce croccante, diventa quasi un gioco, un passatempo:

E’ un dolce o meglio un trastullo speciale alla Toscana ove trovasi a tutte le fiere e feste di campagna e lo si vede cuocere in pubblico nelle forme da cialde, così lo definisce Artusi nel suo volume La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene del 1891.

Assaggiatene uno, non smetterete più di mangiarli, uno tira l’altro!!

I brigidini in una delle tante fiere della Toscana.
I brigidini in una delle tante fiere della Toscana

Con il passare degli anni il brigidino è diventato l’emblema di Lamporecchio dove, da circa quindici anni, è stato costituito il “Consorzio del Brigidino di Lamporecchio” con lo scopo di tutelare e valorizzare il prodotto.

Se è vero che si trovano un pò in tutta la Toscana il luogo di origine per eccellenza resta sempre Lamporecchio tanto che … tutti i brigidini son di Lamporecchio … come recita un vecchio detto toscano.

Volete assaggiare l’originale brigidino di Lamporecchio? Allora non perdetevi la fiera che si tiene i primi di agosto a Lamporecchio!

La ricetta!

Volete provare a cimentarvi a preparare i brigidini in casa?

Ecco la ricetta dell’ Artusi:

Ingredienti:

240 gr. di farina

120 gr di zucchero a velo

10 gr semi di anice stellato

2 uova

liquore di anice

sale

Procedimento

Mescolate le uova con lo zucchero a velo, un pizzico di sale, 1 cucchiaino di liquore e unite i semi di anice schiacciati in polvere. Aggiungete al tutto la farina, amalgamandola poco per volta.

Otterrete un impasto simile alla pasta frolla, ma un pò più morbido.

Create delle piccole palline con le mani, stendetele con il mattarello su un piano infarinato creando uno strato molto sottile.

Cuocete i dischi in una cialdiera ben calda per 1-2 minuti.

Se non l’avete, potete utilizzare una placca coperta con carta da forno su cui appoggerete i dischi, infornate il tutto a 180° per 5-6 minuti, finchè non risultano leggermente dorati.

Appena sfornati potete piegarli leggermente per dare loro la caratteristica forma.

Lasciateli raffreddare e conservateli chiusi in scatole ermetiche e in un ambiente asciutto vi dureranno fino a tre settimane.

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