Maria Anna Elisa Buonaparte, più conosciuta come Elisa Bonaparte, è la sorella minore dell’Imperatore Napoleone Buonaparte. Conosciamo più da vicino la figura di questa grande donna.

Elisa Bonaparte: biografia

Maria Anna Elisa Buonaparte (meglio conosciuta come Bonaparte), nasce ad Ajaccio il 3 gennaio del 1777 e muore a Villa Vicentina il 7 agosto del 1820.

Nel 1783 il padre, Carlo Buonaparte, Elisa inizia a frequentare la scuola reale di Saint- Cyr, dove resta fino al 1793.

Gli anni seguenti li trascorre ad Ajaccio e a Marsiglia dove si è trasferita con la madre, Letizia Ramolino.

Il 1° maggio del 1797 Elisa sposa a Marsiglia, contro il volere del fratello Napoleone, il capitano corso Felice Baciocchi.

Elisa Bonaparte ritratto di pittore francese
Joseph-Boniface Franque, Ritratto di Elisa Bonaparte Baciocchi, 1812.
Marie-Guillemine Benoiste, Ritratto di Felice Baciocchi,
Principe di Lucca e Piombino, 1806.
Roma, Museo Napoleonico

Con quest’ultimo Elisa Buonaparte vive in Corsica fino al 1798 per trasferirsi di seguito a Parigi e qui decide di fermarsi, rifiutandosi di seguire il marito nei suoi spostamenti.

Non particolarmente bella ma … di grande carattere

A differenza delle sorelle, Elisa non è una grande bellezza: il volto è squadrato dai lineamenti vagamente androgini come la rappresentano i diversi ritratti che pittori come Marie Guillemine Benoist, Nocchi e Tofanelli ci hanno lasciato.

 La stessa cerca di supplire alla poca bellezza con una brillante intelligenza e con un carattere forte che la contraddistingue nel corso della sua vita.

Donna colta, parlava fluentemente in francese di politica, ama a musica, l’arte, cavalcare: non è un caso, quindi, che Elisa Buonaparte si dedica di più alla letteratura e alle scienze, rispetto al mondo politico e amministrativo.

A Parigi tiene un salotto culturale frequentato dal Marchese Louis Fontanes, nominato da Napoleone presidente del Corpo Legislativo, da numerosi artisti, letterati e scienziati.

Elisa Bonaparte principessa di Lucca e Piombino

Il 18 marzo del 1805 Napoleone crea il Principato di Lucca e Piombino al quale, l’anno dopo, unisce quello di Massa e Carrara.

Lo stesso Napoleone, con decreto del 18 marzo 1805 dona il titolo di duchessa di Lucca ad Elisa che diventa, quindi, sovrana del piccolo ducato di Lucca.

A dir la verità sono stati i lucchesi stessi, nel tentativo di salvare gli ultimi resti della loro indipendenza, a chiedere aiuto a Napoleone facendo il nome del Baciocchi come principe.

E’ così che il 14 luglio del 1805 Elisa Bonaparte Baciocchi fa il suo ingresso solenne a Lucca con la sua carrozza, tirata da quattro cavalli e seguita da ventiquattro staffieri, che attraversa la calma cittadina toscana come una sfolgorante visione di gloria napoleonica.

La tranquilla città di Lucca diventa sotto il principato di Elisa Buonaparte una corte brillante e à la page

Il governo di Elisa Bonaparte Baciocchi a Lucca

Donna dal carattere forte ed accentratrice, Felice vicino a lei…praticamente sparisce.

Diciamo subito che i lucchesi hanno, all’epoca, un rapporto di odio e amore con la sovrana.

Elisa voleva far diventare Lucca una piccola Parigi, dal punto di vista architettonico e non solo.

Soffre di megalomania, certamente ereditata dal fratello Napoleone.

Ed ecco che inizia a nominare uno stuolo di funzionari, riforma istituzioni, fonda un’Accademia, ma anche fa demolire case e chiese per creare una piazza dedicata al fratello, l’odierna Piazza Napoleone, su cui si affaccia il Palazzo Ducale che sorge, guarda caso, dalle macerie dell’antica Fortezza Augusta, la fortezza fatta creare si dice da Giotto su commissione del signore di Lucca Castruccio Castracani degli Antelminelli e, successivamente, dalle macerie della Cittadella, fatta costruire in luogo dell’augusta dal successivo signore di Lucca, Paolo Guinigi.

Elisa Bonaparte, Palazzo ducale r
Palazzo Ducale, Lucca
Sala di Transito. Lucca, Palazzo Ducale
Elisa Bonaparte, interno di palazzo ducale
Palazzo Ducale, interno

Non si accontenta solo di rendere Lucca, con una sua corte, una piccola Parigi.

Elisa Buonaparte fa coniare medaglie, fa confezionare costumi in color oro e verde per i senatori e altre divise appariscenti per i dignitari della sua piccola corte.

Introduce nel principato le leggi e le istituzioni francesi e riordina progressivamente tutte le strutture amministrative, burocratiche e giudiziarie.

Elisa è inoltre interessata alla diffusione della cultura e dell’istruzione a tutti i livelli e, ancora più importante, incentiva la produzione tessile locale e apre una sorta di Banco Elisiano una manifattura di stato con cui far produrre le effigi dei napoleonidi che vengono successivamente rivendute in serie.

L’immagine di Elisa nei ritratti lucchesi

Numerose sono le effigi di Elisa lasciate dai migliori pittori dell’epoca.

Marie-Guillemine Benoist, Ritratto di Elisa Bonaparte Baciocchi, 1806. Lucca, Museo Nazionale di Palazzo Mansi

Una delle immagini più celebri di Elisa la crea la pittrice francese Marie-Guillemine Benoist, eseguita nel 1806 a Parigi e conservata a Palazzo Mansi a Lucca (per vedere le opere conservate a Palazzo prenota la tua visita Un Museo da riscoprire: il Museo Nazionale di Palazzo Mansi a Lucca).

Elisa Bonaparte viene ritratta con lo splendido abito indossato durante l’incoronazione del fratello Napoleone nella cattedrale di Notre Dame il 2 dicembre 1804, alla presenta del pontefice Pio VII: si tratta  della grande robe du sacre.

Elisa è rappresentata seduta su una poltrona dai sinuosi braccioli a forma di cigno in perfetto Stile Impero, l’immagine si staglia contro un tendaggio scuro, la figura esile, slanciata e l’incarnato pallido con i tratti, nella realtà abbastanza androgeni, vagamente ingentiliti dalla pittrice per volontà di Elisa.

Il prezioso abito stile Impero, l’ampio mantello color porpora e il diadema di perle che porta in capo sottolineano il potere pubblico della sovrana.

Di tutt’altro genere il ritratto che lascia il Tofanelli.

Ritratto di elisa Baciocchi del Tofanelli
S. Tofanelli, Ritratto di Elisa Baciocchi, 1806. Collezione privata

L’abito indossato è sempre quello dell’incoronazione ma, i tratti somatici del volto sono marcatamente forti, androgini.

Grandi occhi, questi occhi che, ci dicono le fonti, si muovevano in continuazione quando era in udienza per tenere tutto sotto controllo:

Aveva negli occhi tal fuoco, tal vivacità che tenevagli sempre in moto sopra ogni oggetto che aveva nella sala, e niuno sfuggiva da suoi accorti sempre, or biechi, ed or accipigliati sguardi

Il mento squadrato come il volto: un’immagine certamente non bella, per la quale Elisa Buonaparte ha parole amare e severe: Elisa chiama, infatti, mostro il pittore che non le ingentilì per nulla i tratti.

Elisa con la figlia Napoleona nel ritratto di Pietro Nocchi

Il lucchese Pietro Nocchi ci lascia il Ritratto di Elisa Baciocchi con la figlia Napoleona Elisa, realizzato nella Villa Reale di Marlia.

Elisa Bonaparte con la figlia Napoleona
Pietro Nocchi, Ritratto di Elisa Baciocchi con la figlia
Napoleona Elisa, 1808.
Lucca, Museo Nazionale di Palazzo Mansi
Dettaglio con il nome della figlia Napoleona che con
l’invenzione del gioco di carte da parte del pittore richiama
il nome dell’ambito zio.

Il povero Nocchi racconta che…soffrì le pene dell’inferno per realizzare questo dipinto a causa dell’incostanza della sovrana che non stava un minuto ferma ma si alzava, andava via tornava, parlava con qualcuno presente nella stanza, insomma il pittore dovette rincorrerla spesso per portare a compimento l’opera.

Elisa è sempre ritratta con il bell’abito Stile Impero con tanto di palmette ricamate, con collana e diadema in capo, e tiene in braccio la figlioletta Napoleona (l’unica sopravvissuta dei cinque figli di Elisa e Felice in quanto gli altri morirono tutti fanciulli o in giovane età) che gioca con le carte e svela il suo nome che richiama quello del celebre zio.

L’abito di Elisa a Palazzo Mansi

Sempre al secondo piano di Palazzo Mansi si conserva l’abito di Elisa composto da tre pezzi: il manto, un primo abito d cui ‘ pervenuta solo la balza finale e un secondo abito “in taglio”.

L’abito arriva a Lucca entro il 1809, probabilmente con la nomina di elisa a Granduchessa di Toscana.

Realizzato in tulle e seta bianca con una decorazione di palmette, allusione al genio militare di Napoleone.

Nel fondo si trovano piccole infiorescenze disposte simmetricamente a creare un fitto reticolo quadrangolare, con elementi trifogliati, ordinati secondo uno schema a scacchiera.

Abito e Manto di Corte di elisa Bonaparte Baciocchi.
Lucca Museo Nazionale di Palazzo Mansi
Elisa Bonaparte Abito di corte
Tulle di seta meccanico bianco ricamato in lamina
d’argento lucida e opaca.
L’abito di corte con sullo sfondo il dipinto della Benoist a Palazzo Mansi a Lucca

Il ricamo dell’abito ricorda molto da vicino quello eseguito per un abito di corte di Giuseppina Bonaparte.

Elisa e la moda di corte a Lucca

Riguardo la moda c’è da dire che Elisa si teneva costantemente aggiornata su quella della corte francese tramite la sua dama d’onore la Contessa Marie Anne Charlotte Courty de La Place che fa da intermediaria con la corte francese.

Ho già accennato al fatto che durante il suo principato, fra il 1805 e il 1814 Elisa attua un vasto programma di promozione delle Arti, seguendo il modello già delineato da Napoleone in Francia.

A Lucca Elisa presta particolare attenzione all’ebanisteria e al recupero delle antiche officine tessili, un tempo vanto delle antiche officine lucchesi.

Si riporta in auge la produzione di velluti di seta, insieme ai pregiati drappi di seta della ditta Burlamacchi e Donati & Compagnia.

Nel corso del primo quarto dell’Ottocento, quindi, Lucca è in grado di soddisfare le esigenze di una corte internazionale raffinata e amante del bello come quella di Elisa.

Sappiamo, inoltre, che quest’ultima, per la corte e l’aristocrazia faceva affidamento sulle ditte lucchesi, mentre per gli abiti ufficiali e di governo si rivolge a quelle parigine.

Villa Reale di Marlia

A ventinove anni Elisa acquista la Villa di Marlia che, da quel moneto, diventa per tutti la villa Reale.

Castello della Malmaison, Francia
Villa Reale di Marlia

La Villa si trova a pochi chilometri da Luccha, originariamente, era un fortilizio appartenente al duca della Tuscia.

Successivamente la proprietà passa a nobili famiglie di mercanti e banchieri lucchesi che trasformano il fortilizio in un palazzo signorile.

Dopo il fallimento della famiglia Buonvisi, la villa viene acquistata dagli Orsetti e, da questi ultimi, nel 1806, per 500.000 franchi d’argento, la villa viene acquistata da Elisa Buonaparte.

Immediato il rinnovamento della stessa: Elisa chiama l’architetto francese Pierre Theodore Bienaimè e Giovanni Lazzarini che si occupano della facciata, realizzata in stile neoclassico.

 Viene aggiunto un portico con terrazzo sul lato posteriore e ridipinti e arredati gli interni secondo il gusto raffinato di Elisa che voleva fare di Marlia una sorta di Malmaison italiana.

Elisa Bonaparte, Camera da letto
Camera da letto della Principessa Elisa a Marlia

Con l’intenzione di ingrandire il parco (che presenta ancora parti del giardino seicentesco degli Orsetti), Elisa acquista la Villa del Vescovo, riunendo anche le parti limitrofe, e introduce specie floreali, come le splendide camelie ed altre essenze trovate da un botanico nel parco Reale di Napoli.

A Marlia la musica e le serate mondane la fanno da padrone.

Ospite fisso della corte di Elisa il violinista Niccolò Paganini che la allieta con la sua musica … e non solo …!

Niccolò Paganini, fu ospite fisso a Villa Reale di Marlia: Elisa lo nomina Direttore d’orchestra e virtuoso da camera.

A Villa Reale Elisa si occupò di ingrandire il giardino seicentesco degli Orsetti trasformandolo in un grande parco.

Da Napoli fece arrivare splendide camelie che caratterizzano due viali della villa stessa.

Viale delle camelie a Villa Reale a Marlia

(Se volete visitare la splendida Villa Reale di Marlia cliccate su: Visita alla Villa Reale di Marlia: la villa di Elisa Bonaparte Baciocchi).

Granduchessa di Toscana

A quanto sembra, Lucca è troppo piccola per le ambizioni di Elisa.

Con il trattato di Fontainebleau del 27 ottobre1807, stipulato fra Napoleone e la spagna, si determina la fine del Regno d’Etruria e l’annessione della Toscana alla Francia.

Il 3 marzo del 1809 ad Elisa Bonaparte viene concesso il governo generale della Toscana con il titolo di Granduchessa, mentre il marito riceve il comando delle truppe.

L’ingresso a Firenze avviene il 1° aprile 1809.

Un periodo tormentato.

Nonostante tutto a Firenze dona soddisfazione alla classe aristocratica, chiamata ad esercitare una funzione di rilievo in una nuova e brillante corte.

Elisa protegge letterati, artisti, cerca di distrarre la popolazione con fese solenni tenute a Palazzo Pitti dove alloggiava.

Elisa Baciocchi e la corte a Firenze
P. Benvenuti, Elisa Baciocchi e la sua corte, 1812. Versailles

Ma la situazione stava ormai precipitando: quando Firenze, il 1° febbraio 1814 viene occupata dalle sue truppe, i Baciocchi si recano a Lucca, sperando di poter ancora difendere la loro sovranità.

Ma gli inglesi li fecero fuggire.

Elisa Bonaparte Baciocchi si reca con la famiglia a Genova, Montpellier, Bologna e a Graz nel tentativo di salvare quanto era possibile.

Confinata durante i Cento giorni a Brünn, dopo un breve soggiorno a Trieste, elisa si stabilisce a Villa Vicentina e qui muore il 7 agosto del 1820.

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